Quando la storia di un prodotto è la storia di una famiglia. È Arturo Alessano a raccontarcela: “Sono nato nel bar, per me il caffè è una passione. Ho sempre trasmesso ai miei collaboratori il concetto che per fare una buona, un’ottima tazzina di caffè, ci vuole il cuore. I dettagli sono fondamentali. Il caffè è vivo, ha mille sfaccettature e quindi va curato, va accudito. Nella testa ho sempre avuto il progetto di una torrefazione, così, nel corso degli anni mi sono informato, formato sul caffè, sulle tipologie, sulle piante, sulla tostatura, sulla qualità. Ora nel nostro bar serviamo il nostro caffè”.
Esistono due tipi di caffè: robusta e arabica.
La robusta è forte, di carattere, l’arabica è strutturata, aromatica e delicata. La maggior parte dei caffè sono una miscela, in varie percentuali, di robusta e arabica. La Torrefazione Alessano ha scelto caffè 100% arabica pregiata e selezionata. “Il caffè è un’esperienza sensoriale e abbiamo scelto l’arabica perché sprigiona più profumi: nocciola, cioccolato, frutta… e poi perché il minor contenuto di caffeina permette di poterne davvero gustare qualche tazzina in più.
La robusta serve a dare corposità, ma la nostra ricerca si è orientata su un’arabica che dia tutto: aromi e corposità. La torrefazione è quindi un processo fondamentale e delicato. Ma c’è di più: la qualità. Sì. Perché non basta dire che un caffè è 100% arabica, perché anche la qualità di quei chicchi è importante: scegliamo solo chicchi perfetti. Ci sono vari motivi per cui si beve il caffè: per abitudine, perché si è in compagnia, per fare una pausa… ognuno di questi motivi può diventare una piccola festa dei sensi, dall’osservare i gesti del barista, guardare il caffè nella tazzina, sentirne il profumo, assaporare fino in fondo il sapore e sentirne tutti gli aromi”.
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